Negli ultimi anni, uno dei libri che è stato maggiormente rilevante per me è stato quello di
Don Miguel Ruiz I quattro accordi. Lo scrittore, collega chirurgo, rivela la saggezza ancestrale
della tradizione sciamanica messicana da cui discende.
Il libro offre una chiave per affrontare le credenze che limitano il raggiungimento della
nostra felicità e come dice Deepak Chopra « traccia un cammino verso l’illuminazione e la
libertà ».
Grazie ai quattro accordi, aiuta ad assumere un comportamento, con parole ed azioni che
siano integre e rispettose del nostro essere e del nostro percorso.
Uno degli accordi che spesso mi pronuncio e ricordo da sola è il primo: “Che la tua parola sia impeccabile”
Quando si è inseriti in una conversazione, avremmo la tendenza a rendere il nostro discorso
interessante e succoso perchè se c’è una cosa che funziona alla grande nell’accalappiare
l’attenzione è proprio il gossip, il pettegolezzo o la maldicenza.
Questo perchè come si dice in francese “la misère aime la compagnie” ( la miseria ama essere in buona compagnia); ovvero, nella nostra sofferenza ci conforta sapere che taluna o talaltro stia passando un
brutto momento o abbia commesso un grave errore. In tedesco c’è un termine adatto a
questa emozione che è shadenfreude “piacere della sfortuna (altrui)”.
Questo perchè così non ci sentiremo più « soli nell’immenso vuoto che c’è » come dice Raf.
In italiano si utilizza il termine aticofilia (dal greco ἀτυχής atychḗs “sfortunato” e
φιλία philía “amore, passione”) e trasmette una tanto più errata sensazione di conforto quando si
sente che anche il sè dell’altro ha pestato un escremento canino.
In un mondo governato dal confronto e dal paragone massivo, minore è la stima di sè più si sta
meglio a vedere che alla fine anche Jennifer Aniston è riuscita a farsi lasciare da quella divinità
che é (era ?) Brad Pitt.
Poichè la nostra parola ha un potere assoluto, di amore o di terrore a seconda di come
decidiamo di declinarla, è importantissmo che impariamo ad utilizzarla nel modo migliore per
raggiungere l’amore di sè. La maldicenza ed il gossip hanno la capacità di distruggere le
persone.
Solo Taylor Swift è riuscita a salvarsi dalla s***t storm lanciata da Kanye West. Il potere della
parola può distruggere. Senza contare che se qualcuno spettegola con te è fortemente probabile
che lo faccia anche di te.
La parola è un fertilizzante. Ricordo con precisione un intervento durante un gruppo di parola con
i miei pazienti nel percorso bariatrico, durante il quale una paziente raccontò una testimonianza
della sua infanzia.
Tra le sue compagne di scuola, c’era una bambina veramente brutta, ma veramente tanto brutta.
La mamma di questa bambina disgraziata, parlava a sua figlia in un altro modo. Continuava a
rivolgerle dei complimenti pieni d’amore su quanto fosse bella e alla fine il piccolo antroccolo
credeva ciecamente alla versione della mamma e crebbe forte e sicura di sè.
Se ripetiamo a un bambino ‘quanto sei stupido’ finirà per crederci. Ma attenzione vale anche per i
discorsi che ci facciamo allo specchio. Non dobbiamo forzatamente farci una seduta
motivazionale ogni volta che ci laviamo i denti ma possiamo almeno assumere una postura
benevola, non giudicante e gentile verso noi stessi.
Come ci rivolgeremo a noi stessi così faremo agli altri.
Abituati dunque a non inserirti nel pettogolezzo e nella malignità, c’è sempre qualcosa che torna
indietro nella maldicenza.
Spero di averti offerto un valido spunto di riflessione e aspetto i tuoi commenti.