take home message
Questa la sintesi che scrissi a fine novembre di ritorno da Lille.
Sono in treno e sto tornando a casa dal congresso nazionale di Medicina del Sonno della SFRMS (Société française de la recherche de la médicine du sommeil) che si è svolto a Lille, nel Nord di una Francia che evidentemente era ed è fiamminga in ogni senso.
Sono neofita della medicina del sonno, non ho pretese da esperta o da grande professionista, ma ho un occhio particolarmente abituato a guardare l’argomento da molteplici punti di vista.
Quando affronto un problema di peso, sostengo sempre la tesi del tripode: il sovrappeso dipende da come mangiamo, da come gestiamo il nostro stress quotidiano e terzo ma non ultimo, da come dormiamo. Una qualità del sonno ottimale di minimo 7 h per notte in un soggetto adulto, rende la vita ottimale.
Nel corso di questi 3 giorni ho capito che ciascuno di noi ha un imprinting genetico per quanto riguarda le abitudini del sonno: possiamo essere gufi o allodole e sarebbe una violenza volere forzatamente cambiare questo orologio biologico. Chi ha l’abitudine di anadare a letto tardi, è sicuramente penalizzato dalla soietà moderna poiché gli impegli, siano essi professionali o accademici, gli imporranno una durata inferiore del sonno. Sarà dunque obbligato ad un recupero consigliabile nel week-end per non incorrere in una mancanza di sonno. Io personalmente, mi sono sempre svegliata presto, tutta la vita. Ho sempre studiato meglio al mattino piuttosto che alla sera e mi ricordo che quando durante l’università andavo in aula studio, alle 22:30 mi spegnevo, con un margine di errore di più o meno 5 minuti. Ho sempre creduto che le persone mattinali fossero vincenti. Ebbene, questa attitudine non ha alcuna relazione né con il successo nè con l’intelligenza. È stato dimostrato su un lavoro particolarmente ben sostenuto in UK.
I bambini hanno un’attitudine piuttosto neutra, poi all’adolescenza, questo orologio viene portato per questioni ormonali (ma piace pensare anche per ideali rivoluzionari), in avanti di qualche ora. Quindi l’adolescente fisiologicamente comincerà ad andare a letto 2-3 h più tardi e a svegliarsi (forzatamente) allo stesso orario; questo fenomeno prende il nome di Jet-lag sociale che è ulteriormente peggiorato da una sovraesposizione agli schermi di cui parlerò succesivamente. Ancora una volta, non gli resterà che recuperare durante il week-end e noi genitori dobbiamo sostenere questo recupero o al mattino o con delle sieste quando possibile.
Allo stesso modo e per lo stesso principio, bisogna rispettare le persone anziane che hanno un “avanzamento di fase”, ovvero: vanno a letto presto e si svegliano in piena notte. Per loro è un problema in quanto la società non li aiuta a sopportare questo vuoto che li circonda dalle 4 del mattino fino alle 8. Il mio consiglio è di cercare essi stessi delle attività; non è una vostra colpa avere degli orari diversi. Sotto un certo punto di vista io lo considererei piuttosto un lusso.
Queste abitudini sono considerate normali entro un certo intervallo, non vi sono raccomandazioni ma io metteri un delta di 2 ore: 22h +/- 2 h per addormentarsi. Tutto ciò che è maggiore a questo intervallo, prende delle declinazioni patologiche che possono essere trattate da un bravo medico del sonno con un po’ d’igiene del sonno, esposizione alla luminoterapia e somministrazione di melatonina. Non fate pasticci da soli, rischiereste di peggiorare la situazione presente.
Ecco quindi l’affascinante mondo della cronobiologia: le nostre secrezioni ormonali seguono il ritmo circadiano (da circa diem, quasi un giorno di 24 ore); luce e buio sono interruttori indispensabili per il nucleo soprachiasmatico da cui partirà la regolazione di melatonina, cortisolo, volume urinario e temperatura. Trattiamolo con cura perché molte cose dipendono da esso.